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Le discriminazioni: un problema ancora troppo sentito

Discriminazione= Distinzione operata in seguito a un giudizio o ad una classificazione.

Discriminazione religiosa:

L’intolleranza religiosa è la discriminazione di una persona o di un gruppo di persone, sulla base della loro religione. È un fenomeno purtroppo ancora molto presente nella società che si verifica solo nelle religioni monoteiste, poiché quelle politeiste hanno una moltitudine di dei, il che esclude vi siano divinità vere e uniche e tutte sono da temere.

Questo tema sta attirando una maggiore attenzione internazionale, anche perché la libertà religiosa sta incontrando crescenti minacce. Si stima che oggi circa il 70% della popolazione mondiale viva in paesi con elevate limitazioni alla libertà religiosa, determinate soprattutto dalle autorità governative o dagli elevati livelli di ostilità sociale.

Secondo quanto riportato nel Rapporto 2012 delle Nazioni Unite, le manifestazioni di intolleranza più comuni comprendono restrizioni burocratiche sproporzionate, impedimenti alla costruzione di edifici religiosi e discriminazioni sistematiche a livello sociale. Le violazioni, spesso legate a pregiudizi, includono inoltre atti di vandalismo, proibizione di cerimonie religiose, confische, minacce e atti di violenza vari.

Sebbene ogni genere di intolleranza o discriminazione sia vietato e punito dalla Costituzione e regolato anche dal Diritto Internazionale, il problema risulta essere quanto mai vivo. Per quanto riguarda l’Italia una legge fondamentale per la repressione dei crimini d’odio è la Legge Mancino del 1993. Questa “condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”.

Anche secondo la legge Internazionale questediscriminazioni costituisconoun affronto ai diritti umani proclamati dalla Dichiarazione dei Diritti delle Nazioni Unite. Da sempre la nostra società è stata caratterizzata da odio, violenze e uccisioni da parte di una maggioranza verso individui più deboli o “diversi”. Le persone che subiscono atti discriminatori sono coloro che per razza, religione, orientamento sessuale,età,genere osemplicemente per identità o comportamenti si distinguono da caratteristiche comuni nella maggioranza. Non c’è una spiegazione sensata che possa giustificare questo' odio, solamente convinzioni basate su stereotipi che la nostra società si trascina da sempre. Nei secoli, idee e intolleranze si sono consolidate nella mente delle persone fino a diventare ideologie principalmente razziste che si rispecchiano, ancora oggi, in una società moderna, la quale dovrebbe essere totalmente priva di preconcetti - peraltro basati sul nulla-.

Una delle discriminazioni che ancora oggi cresce e non fornisce segnali di estinzione è quella che riguarda la religione. Il Pew Forum Research Centre (Istituto che analizza le interazioni tra politica e religione nel mondo) ha evidenziato come negli ultimi anni in Europa si sia verificato il più corposo aumento dei limiti dello stato sulle attività religiose di diverse minoranze rispetto a qualsiasi altra regione del mondo. Alcuni esempi su limitazioni imposte sono le restrizioni sull’abbigliamento religioso (ovverosia il divieto di indossare simboli o abiti religiosi in luoghi pubblici. Nel 2007 erano cinque i paesiche prevedevano tali restrizioni in Europa: nel 2017 sono saliti addirittura a 20. Sono anche aumentati gli episodi di discriminazione governativa, cioè dichiarazioni sprezzanti e intimidazioni su base religiosa da parte di funzionari pubblici.

Spesso si tende a sottovalutare le violenze verbali - come le intimidazioni e gli insulti - e a dare peso solamente alle violenze fisiche. Così facendo però non ci si rende conto delle reali conseguenze che le nostre azioni possono avere. Forse le persone colpevoli di azioni discriminatorie non hanno mai provato la sensazione di essere insultati per strada da sconosciuti senza alcun motivo, di essere rifiutati ad un lavoro senza alcun motivo, di essere uccisi senza alcun motivo. Perché discriminare è questo: non vengono prese in considerazione le tue competenze, il tuo carattere, le buone azioni che fai, verrai sempre giudicato su stereotipi e pregiudizi sui quali naturalmente non hai alcun controllo.

Discriminazione di Genere:

Tra i vari tipi di discriminazione emerge prepotentemente quella di genere, (il cosidetto "sessismo"). Questo termine venne coniato da alcune donne americane sulla falsariga del termine razzismo, per sottolineare la tendenza a discriminare, subordinare e svalorizzare categorie di persone su basi biologiche, come il colore della pelle e il sesso.

Esso è comunemente considerato una forma di discriminazione tra gli esseri umani basata sul sesso di appartenenza e questo avviene perché l’essere umano semplifica in base ad alcune caratteristiche le persone per riuscire in questo modo a comprenderle e giudicarle. Atteggiamenti sessisti sono: la presunta superiorità o il presunto maggior valore di un sesso rispetto all'altro, l'odio per le donne (misoginia) o per gli uomini (misandria), l'attitudine a inquadrare uomini e donne in base agli stereotipi di genere e ai relativi pregiudizi e assegnare arbitrariamente qualità (positive o negative) in base al sesso.

Invece azioni sessiste contro le donne si identificano nella violenza di genere, nelladiscriminazioneriguardoaglistudi e al lavoro, nella differenza di retribuzione e nella segregazione in ambito lavorativo, nell'attribuzione del lavoro casalingo, nella negazione del diritto di voto, nella questione delle mutilazioni dei genitali femminili, nella delega della genitorialità, nel linguaggio e nell'educazione.

Per ovviare a queste problematiche sono presenti gli Articoli 3, 37 e 51 della nostra Costituzione, i quali promuovono la parità di trattamento. Sono state poi promulgate altre leggi dal 1950 ad oggi come ad esempio la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri - la quale introduce il divieto di licenziamento dall’inizio della gestazione fino al compimento del primo anno di età del bambino -, il divieto di affidare alle donne incinte il trasporto e il sollevamento di pesi e altri lavori pericolosi, faticosi o insalubri e infine il divieto di adibire al lavoro le donne nei tre mesi precedenti il parto e nelle otto settimane successive ad esso, salvo possibili estensioni. Cisono infine norme che vietano il licenziamento in caso di matrimonio e che sostengono la maternità delle lavoratrici agricole.

Discriminazione secondo l’orientamento sessuale:

A partire dal nostro ordinamento giuridico, all’interno della Costituzione italiana, sono stabiliti dei principi generali per tutelare i diritti fondamentali della persona e altri principi che stabiliscono la parità sociale davanti alla legge senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione ecc. (Art.2, Art 3). Principi generali che però ci aiutano nella tutela dei diritti umani. Non sempre però questi bastano per riuscire a sconfiggere le distinzioni e le discriminazioni sociali. Per esempio in Italia la legge di riferimento per la tutela dalle discriminazioni è la già citata legge Mancino del 1993, dove si assicura la protezione contro le discriminazioni, lasciandone però una fuori dalla formulazione: la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

L’esclusione della tutela dei diritti:

Quest’ultima categoria è una discriminazione in sé e quindi negli anni ha portato a molteplici episodi subiti dalle persone che ne fanno parte, specialmente in campo lavorativo e sociale. Negli anni precedenti, la legislazione italiana ha cercato di recepire la normativa dell’UE sulla tutela delle persone discriminate sul posto di lavoro per motivi legati all’orientamento sessuale.

Non riuscendoci, ribaltò il senso della normativa europea, creando dei casi nei quali la discriminazione era lecita e non punibile in alcun modo, creando così ulteriore disparità e omofobia. E così anche per il resto delle risoluzioni dell’UE riguardo a questo tema. Solo nel 2020, 27 anni dopo la creazione della legge Mancino, si è cercato di aggiungere, a quest’ultima, le aggravanti di discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere alle altre discriminazioni già esistenti all’interno della legge stessa. La proposta di legge Zan - che è stata approvata dalla Camera dei Deputati e appena calendarizzata in Senato -, ha comunque suscitato diverse polemiche a causa di vari partiti politici contrari alla proposta di legge.

In molti stati europe, la discriminazione per orientamento sessuale è punita e vietata già da molto tempo e anche i vari principi della parità di trattamento indipendentemente da razza, etnia, convinzioni personali, orientamento sessuale ecc. esistono da tempo, e ormai sono parte integrante della società.

Perché in Italia è ancora così difficile assicurare i diritti umani generali e la parità di diritti per gli omosessuali?

E’ inutile nascondere che i pregiudizi e gli stereotipi sono ancora troppi e che molte persone non vogliano tutelare i diritti di chi vede come diverso. Il concetto di famiglia naturale/tradizionale è ancora fortemente radicato nel Belpaese e non permette alle persone dello stesso sesso di potersi sposare, costruire una famiglia e allo stesso tempo riuscire ad essere tutelati dallo Stato Italiano: per questo le proteste sia di chi lamenta la poca tutela dei diritti sia di chi non li accetta, sono molteplici. Durante il lavoro che abbiamo svolto ci siamo concentrate sulla grossa quantità di articoli di giornale riguardanti la comunità LGBT e la discriminazione di questa, giungendo alla conclusione che purtroppo i casi sono spesso collegati alla cronaca nera e a vicende crudeli e inaccettabili. Ogni tipo di discriminazione si basa su stereotipi supportati poi da pregiudizi, ovvero atteggiamenti e pensieri che abbiamo nei confronti di determinate persone. L’essere umano ha e avrà sempre questa tipologia di pregiudizi improntati a discriminare e dividere una parte di popolazione solo perché recepita come diversa oppure sbagliata. L’arma vincente per sconfiggere tutte queste discriminazioni è sicuramente l’informazione: leggere, studiare e capire temi fondamentali della società può aiutarci a vivere con una mentalità più aperta e mettere fine alle emarginazioni di ogni tipo. 

Autore: 
Maya Carella, Eleonora Demaria, Milena Pedrazzini, Camilla Santaterra 5B Turismo
Data di Pubblicazione: 
26/05/2021
Sezione di pubblicazione:: 

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