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Ricordare per Imparare

Questo fotogramma tratto dal noto film “La vita è bella” ritrae una madre che può finalmente riabbracciare il figlio dopo che entrambi sono stati liberati dai campi di stermino grazie all’intervento da parte degli Alleati. L’immagine esprime la stupefatta felicità della donna dal momento che i bambini, insieme agli anziani, erano immediatamente eliminati una volta giunti nei campi di concentramento. Diversamente da quanto lascia sperare il film, la maggior parte degli ebrei deportati (e non solo) non riuscì a sopravvivere, fare ritorno a casa e rivedere i propri cari, ma andò incontro ad un tragico destino di morte.

Le condizioni di vita del popolo ebraico incominciarono a subire delle limitazioni a partire dalla creazione dei primi ghetti in Europa e andarono peggiorando con l’introduzione ad opera del Nazifascismo delle leggi razziali che, per esempio, imponevano ai ragazzi ebrei di abbandonare le scuole pubbliche per frequentare istituzioni educative riservate solo a loro; a ciò si aggiungeva il fatto che tutti i “Giudei” non potessero più entrare in molti negozi e fossero costretti a indossare la stella di David per essere riconoscibili.

Le cose precipitarono quando nel 1933 il capo delle forze di polizia tedesche, Heinrich Himler, fece costruire il primo campo di prigionia a Dachau; da quel momento gli ebrei cominciarono a subire la deportazione e l’internamento, fino all’annientamento definitivo. Credo sia giusto, per questo, aver istituito una Giornata della Memoria per ricordare ogni anno le vittime di questa immane tragedia della Storia che è stata l’Olocausto.

Di sbagli l’uomo ne ha commessi tanti, in tutte le epoche, ma nessuno è paragonabile agli orrori della Shoah: ha fatto guerre per ottenere territori, ha inquinato l’ambiente per rincorrere un cieco guadagno, ma l’Olocausto non ha portato a niente, è stato solo un folle e al contempo lucido annientamento di esseri umani, costato la vita a 6 milioni di persone; è stato una macabra manifestazione di potere, un progetto insensato di un gruppo di individui che ha imposto il proprio controllo su una nazione ed ha instaurato un regime basato sulla paura.

Concludo dicendo, dunque, che le celebrazioni del 27 gennaio sono una preziosa occasione per rivolgere il nostro pensiero a tutti coloro che hanno sofferto durante la Shoah. La Giornata della Memoria deve diventare un seme di speranza affinché le peggiori pulsioni dell’uomo vengano sopite e i gravi errori già commessi in passato non debbano più ripetersi: ci auspichiamo che in futuro i fatti storici da tramandare saranno scoperte significative per il miglioramento dell’esistenza umana e non guerre e genocidi.

 

                                                                                                        Luigi Bianchini, 1E Informatica

Data di Pubblicazione: 
28/01/2018
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