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PostDiploma, e tu cosa sceglierai di fare dopo la tua vita?

E tu, cosa sceglierai di fare dopo la maturità?

Quali pensieri attraversano la mente di un adolescente nel momento in cui deve seriamente riflettere sulle scelte da operare per impostare il suo percorso successivo alla conclusione della scuola superiore? Non parliamo di una decisione qualunque, ma di quella che porrà delle solide basi per il futuro.

Varie sono le opzioni: università o lavoro? Anno all’estero o anno sabbatico?

Tutti i ragazzi si sono posti almeno una volta nella vita queste domande, ma rimandare nella maggior parte dei casi è la scelta più comoda: a fine scuola ci penserò.

Molti giovani sono convinti che lasciarsi alle spalle i cancelli della scuola superiore significhi avere meno pensieri, meno ansie e soprattutto meno paure. Ma scegliere cosa si voglia fare dopo il diploma è importante per godersi poi al meglio un’estate senza pensieri.

Ci sono ragazzi che riescono a prendere subito una decisione grazie ad una loro spiccata passione. C’è chi decide di dedicarsi all’azienda di famiglia e chi invece opta per arricchire il proprio bagaglio culturale iscrivendosi all’università. In Italia, però, sono tanti i giovani che né studiano né cercano lavoro: sono i cosiddetti ‘neet’ e nel 2016 hanno sfiorato il primo posto nella classifica europea con il 30%.

L’università, nel 2018, sfortunatamente non è ancora alla portata di tutti e questo scoraggia già in partenza i ragazzi, facendo loro abbandonare subito l’idea di un’esperienza accademica. Secondo i dati dell’Istat, circa il 10% degli studenti universitari ha abbandonato gli studi per difficoltà nei pagamenti delle rette e nell’acquisto dei libri, senza contare che per gli studenti fuori sede anche l’affitto di una camera incide non poco sul budget; un altro dato ci dice che il 30%, invece, ha smesso di seguire le lezioni per dedicarsi direttamente alla ricerca del lavoro dopo aver provato qualche esperienza lavorativa. Essere il prima possibile indipendenti economicamente ha un po' scoraggiato gli studenti a intraprendere il lungo e impegnativo percorso di studi accademici.

Quindi cosa fare? Seguire la propria passione o cercare di entrare nel mondo del lavoro?

Le lauree che hanno meno sbocchi lavorativi sono quelle in Psicologia, Lettere e Giurisprudenza. Al contrario, l’Istat ci informa che il 60% dei ragazzi in possesso di un diploma di istituto tecnico nell’arco di un anno trova lavoro, guadagnando in media uno stipendio mensile di 1.050€, una cifra che per soli cento euro è inferiore allo stipendio che viene percepito da un laureato triennale. Alla luce di questi dati, è comprensibile che i giovani diplomati non siano particolarmente attratti dall’idea di iscriversi all’università.

E’ mia personale convinzione che scegliendo in base alle proprie passioni, anche se il mondo del lavoro non offre miriadi di opportunità, non si sbaglia mai, perché in pochi anni tutto può cambiare ed anche le opportunità offerte dalle aziende possono mutare fisionomia. In questi casi bisogna valutare i costi, i tempi e la domanda del mercato per impostare l’ideale percorso accademico.

La risposta alla domanda iniziale, per ora, posso solo immaginarla e mi limito a dirmi: a fine scuola ci penserò.

Autore: 
Redazione
Data di Pubblicazione: 
03/12/2018
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